Reportage e foto del primo weekend formativo a Gaiola

Il primo appuntamento formativo di TERRACT ha coinvolto 30 ragazzi italiani e francesi e 5 formatori in 4 giornate tra Gaiola e Torino, dove si è tenuta la conferenza internazionale Arte e Comunità.

Perchè Gaiola? Quali ricadute sul territorio?
La scelta di cambiare sede e stato (Italia o Francia) per ogni appuntamento formativo è stata fatta nell'ottica di far conoscere agli apripista (i ragazzi in formazione) il territorio in cui il progetto TERRACT opera e di creare scambi e nuove reti con le regioni alpine tra Cuneo e Nizza.

Gaiola è uno dei pochi paesi di Bassa Valle del territorio; è facilmente raggiungibile dai diversi punti del Piemonte, della Lombardia e della Costa Azzurra. A Gaiola il sindaco ha mostrato fin da subito interesse per il progetto e ha segnalato lo spazio dove avrebbe potuto svolgersi il workshop, una sala comunale messa a disposizione del territorio.

Si è cercato di programmare la formazione in modo da avere ricadute sulla comunità locale: la struttura dove alloggiavano gli apripista è gestita da una cooperativa di giovani locali e i pasti sono stati forniti dalla gastronomia del paese, a gestione familiare. Sono stati coinvolti anche il bar e la panetteria del paese per le colazioni e, per le cene, un piccolo Home Restaurant gestito da una Azienda Agricola locale a km0.

Quale progressione didattica è stata seguita durante la formazione?

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Il primo giorno la formazione di Teatro Sociale e di Comunità si è incentrata sulla costruzione del gruppo: da esercizi di ascolto corporeo individuali e a coppie, si è passati ad esercizi in cerchio che coinvolgevano l'intero gruppo e avevano l'obiettivo di facilitare in modo ludico la conoscenza reciproca degli apripista. Per rafforzare la fiducia tra i membri del gruppo, sono stati proposti esercizi "a specchio" (a coppie, ognuno doveva imitare il movimento del compagno come fosse uno specchio) e di guida cieca (a coppie, il primo compagno guidava il secondo, ad occhi chiusi, facendogli compiere un vero e proprio viaggio spaziale e immaginario allo stesso tempo).  Infine, un'esercizio che prevede il lancio di bastoni (manici di scopa) e può esser svolto in cerchio o in piccoli gruppi, ha permesso di allenare contemporaneamente l'ascolto e la fiducia.


Il secondo giorno si è insistito maggiormente, attraverso esercizi che abbinavano suoni e voci al movimento nello spazio, sul concetto di non giudicarsi, come preparazione al successivo lavoro di improvvisazione a gruppi (tableaux vivants, macchine ritmiche) e sulla capacità di creare un oggetto teatrale in gruppo a seconda degli spunti dei conduttori (creazione di scene da parte di un gruppo diretto da un altro gruppo di compagni in veste di registi, e creazione di una torre fatta di giornali da descrivere ai compagni in modo teatrale).

IL terzo giorno gli apripista hanno assistito a diversi format europei di TSC durante la conferenza Arte e Comunità a Torino, e ascoltato la presentazione di progetti internazionali di valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico locale.

L'ultimo giorno, infine, è stato dedicato ad un'attività di rielaborazione di contenuti dell'intero workshop.